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giovedì 26 novembre 2015

I MIEI ALUNNI DI PRIMA D DI FONDACHELLO (benvenuti sul blog!) GIOCANO A RISCRIVERE LE FAVOLE...




  
ECCO QUALCHE ESEMPIO.
La storia di Cenerentola raccontata dalla matrigna.
Questa è la mia storia, la storia di una povera vedova con due amabili fanciulle.
Un giorno incontrai un nobile uomo, anche lui vedovo con una figlia, dopo un po’ mi chiese di sposarlo. Dopo il matrimonio andammo a vivere nella sua villa. Le mie figlie erano  felici di avere una sorella, ma Cenerentola si dimostrò subito scortese con Anastasia e Genoveffa; era anche gelosa di me e faceva di tutto per allontanarmi da suo padre. Purtroppo durante un viaggio il mio povero marito morì.
Piano piano per risollevarci dal dolore, dato che non potevamo più pagare la servitù, iniziammo a prenderci cura della casa, ma Cenerentola, con la sua presunzione, poco a poco ci impedì di svolgere le nostre mansioni, dicendo che lei era la padrona di casa e avrebbe fatto tutto lei: lavare i piatti, cucinare, occuparsi degli animali, lavare i panni, tenere la casa in ordine e pulita.


Un giorno, mentre io e le mie figlie eravamo in casa, sentii il campanello, Cenerentola aprì la  porta: era un messo del re. Allora Cenerentola venne da noi e ci consegnò una busta con un biglietto dove c’era scritto che eravamo invitate al gran ballo. 
Noi insistemmo per farla venire ma lei si rifiutò, così continuammo a chiederle consigli su come ci dovevamo vestire.
                                   

Arrivate al palazzo, dopo un po’ vidi entrare una fanciulla molto bella con un'aria piuttosto familiare. Poi il ballo finì e tornammo a casa.
L’indomani scoprii da come ondeggiava Cenerentola che era lei la misteriosa fanciulla... mi sentii tradita: dopo che le avevo fatto da madre e mi ero presa cura di lei, questo era il ringraziamento; la rinchiusi in soffitta per farla riflettere sul suo gesto. Nel frattempo il granduca arrivò a casa mia con una scarpetta di cristallo, capii subito che era di Cenerentola e per questo motivo non dissi al granduca della sua presenza. Purtroppo le mie figlie avevano i piedi gonfi e la scarpetta non entrò , non so come sia potuto succedere, ma Cenerentola uscì dalla soffitta e, provatasi la scarpetta, andò al castello col granduca.



Quella insulsa ragazza ha rovinato la vita a me e alle mie due figlie.
Marina Giorgianni (I D)


La bella addormentata nel bosco raccontata da Malefica.
Quel giorno, quello fu il giorno che portò la mia rovina.
Lo ammetto, ho commesso un errore; era appena nata una principessina stupida, brutta, antipatica, che non voleva smettere di piangere, così il giorno in cui si celebrò il suo battesimo, dissi queste parole: “Quando questa bambina compirà sedici anni, toccherà un ago e cadrà in un sonno eterno.”
Il re, preoccupato, fece allontanare tutti gli aghi dal regno e decise di dare la bambina alle tre fatine che se ne sarebbero occupate e l’avrebbero cresciuta in campagna. Quelle cattive se ne affezionarono molto e, più passava il tempo, e più ce l’avevano con di me.
La bambina cresceva e cresceva  e le fate cattive erano sempre più tristi per quella storia della profezia. Arrivò il giorno in cui la principessa compiva sedici anni e venne proprio da me: mi sembrava disperata perché cercava un ago ma non riusciva a trovarlo e io (essendo molto gentile e non volendo rovinare il mio carattere) glielo diedi: ecco la mia colpa!

Lei arrivò a casa e cadde in un grande sonno,


un sonno che non sarebbe dovuto finire mai, però, dato che sono una persona gentile, come ho detto prima, quando avevo lanciato l’incantesimo, avevo previsto pure un fenomeno per annullarlo: il bacio del vero amore. E infatti “per fortuna”, quando la principessa cadde nel sonno, arrivò nel regno un “bravissimo” principe. Il ragazzo “fortunatamente” giunse pure al castello e, entrato nella camera in cui lei dormiva, inciampò e cadde: le sue labbra andarono a toccare proprio quelle della ragazza…
Ma non funzionò! E la principessa continuò pacificamente a dormire.

Ma dato che io, come già ho detto tre volte, sono una signora gentile, annullai l’incantesimo.
Però c’è sempre in giro gente pettegola e cattiva, per cui non so come, si “fecero un film” secondo cui io sarei la cattiva e avrei rovinato tutti quei bei momenti.

Giuseppe Giaimis (I D)