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sabato 28 gennaio 2012
giovedì 26 gennaio 2012
L'infinito - di Giacomo Leopardi
Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quïete
io nel pensier mi fingo, ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa
immensità s'annega il pensier mio:
e il naufragar m'è dolce in questo mare.
ASCOLTA LA POESIA LETTA DA NANDO GAZZOLO AL LINK SU YOUTUBE: L'infinito
sabato 21 gennaio 2012
La Sicilia descritta da Elio Vittorini
"E intanto era passata Augusta col suo monte di morte case in mezzo al mare, tra velivoli e navi, e tra saline, sotto il sole, e si avvicinava Siracusa, si viaggiava, per la campagna vuota, lungo il mare di Siracusa (…). Alle tre, nel sole di Dicembre, dietro il mare che scoppiettava nascosto, il trenino entrava, piccoli vagoni verdi, in una gola di roccia e poi nella selva dei fichidindia (…). Cominciarono a a passare le stazioni, casotti di legno con sole sul cappello rosso dei capistazione, e la selva si apriva, si stringeva, di fichidindia alti come forche. Erano di pietra celeste, tutti fichidindia, e quando si incontrava anima viva era un ragazzo che andava o tornava, lungo la linea, per cogliere i frutti coronati di spine che crescevano, corallo, sulla pietra".
Elio Vittorini, da Conversazione in Sicilia
venerdì 20 gennaio 2012
A proposito di Paolo e Francesca... (per la classe II C)
Divina Commedia, Inferno, Canto V: il brano di Paolo e Francesca letto da Nando Gazzolo.
Cliccare sul link che rimanda a Youtube: Paolo e Francesca
Amor, ch'al cor gentil ratto s'apprende,
prese costui de la bella persona
che mi fu tolta; e 'l modo ancor m'offende.
Amor, ch'a nullo amato amar perdona,
mi prese del costui piacer sì forte,
che, come vedi, ancor non m'abbandona.
Amor condusse noi ad una morte.
Caina attende chi a vita ci spense.
Queste parole da lor ci fuor porte...
Cliccare sul link che rimanda a Youtube: Paolo e Francesca
Amor, ch'al cor gentil ratto s'apprende,
prese costui de la bella persona
che mi fu tolta; e 'l modo ancor m'offende.
Amor, ch'a nullo amato amar perdona,
mi prese del costui piacer sì forte,
che, come vedi, ancor non m'abbandona.
Amor condusse noi ad una morte.
Caina attende chi a vita ci spense.
Queste parole da lor ci fuor porte...
domenica 15 gennaio 2012
RICERCA LESSICALE DI VIVIANA
Viviana ha realizzato una breve presentazione con le parole "nuove" (incontrate nel brano di antologia assegnato) spiegate con una ricerca sul dizionario.
CLICCA QUI PER VISUALIZZARE IL LAVORO DI VIVIANA
CLICCA QUI PER VISUALIZZARE IL LAVORO DI VIVIANA
sabato 14 gennaio 2012
Congiunzioni coordinanti per la II C
A questo link trovate la tabella delle congiunzioni coordinanti:
https://docs.google.com/present/edit?id=0AX1KEPhC51-NZHo4bm5jOV84N21xNXJoNWR2&hl=en_US
https://docs.google.com/present/edit?id=0AX1KEPhC51-NZHo4bm5jOV84N21xNXJoNWR2&hl=en_US
venerdì 13 gennaio 2012
Una bellissima poesia
Ritratto della mia bambina - Umberto Saba
La mia bambina con la palla in mano,
con gli occhi grandi colore del cielo,
e dell'estiva vesticciola: "Babbo
- mi disse - voglio uscire oggi con te".
Ed io pensavo: Di tante parvenze
che s'ammirano al mondo, io ben so a quali
posso la mia bambina assomigliare.
Certo alla schiuma, alla marina schiuma
che sull'onde biancheggia, a quella scia
ch'esce azzurra dai tetti e il vento sperde;
anche alle nubi, insensibili nubi
che si fanno e disfanno in chiaro cielo;
e ad altre cose leggere e vaganti.
da Cose leggere e vaganti, 1920
La mia bambina con la palla in mano,
con gli occhi grandi colore del cielo,
e dell'estiva vesticciola: "Babbo
- mi disse - voglio uscire oggi con te".
Ed io pensavo: Di tante parvenze
che s'ammirano al mondo, io ben so a quali
posso la mia bambina assomigliare.
Certo alla schiuma, alla marina schiuma
che sull'onde biancheggia, a quella scia
ch'esce azzurra dai tetti e il vento sperde;
anche alle nubi, insensibili nubi
che si fanno e disfanno in chiaro cielo;
e ad altre cose leggere e vaganti.
da Cose leggere e vaganti, 1920
mercoledì 11 gennaio 2012
IL GIORNALE DI ROBERTA
HO RICEVUTO QUESTO LAVORETTO REALIZZATO PER IL PURO PIACERE DI PRODURRE QUALCOSA...
CHE COSA NE PENSATE? (CLICCARE SUL LINK)
IL GIORNALE DI ROBERTA
CHE COSA NE PENSATE? (CLICCARE SUL LINK)
IL GIORNALE DI ROBERTA
martedì 10 gennaio 2012
La Sicilia per un poeta arabo-siciliano dell'XI secolo
La Sicilia
Un paese a cui la colomba
diede in prestito il suo collare, e il pavone
rivestì dal manto delle sue penne
Par che quei papaveri sian vino
e i piazzali delle case siano i bicchieri.
Ibn Hamdis, poeta arabo-siciliano (1056 circa – 1133)
domenica 1 gennaio 2012
AUGURI!
Pablo Neruda, Terzo libro delle odi (Tercer libro de odas), 1957
Ode al primo giorno dell'anno
La terra non lo sa: accoglierà questo giorno
dorato, grigio, celeste, lo dispiegherà in colline
lo bagnerà con frecce di trasparente pioggia
e poi lo avvolgerà nell’ombra.
Eppure, piccola porta della speranza,
nuovo giorno dell’anno,
sebbene tu sia uguale agli altri
come i pani a ogni altro pane,
ci prepariamo a viverti in altro modo,
ci prepariamo a mangiare, a fiorire, a sperare.
Ti metteremo come una torta
nella nostra vita,
ti accenderemo come un candelabro,
ti berremo come un topazio.
Giorno dell'anno nuovo,
giorno elettrico, fresco,
tutte le foglie escono verdi
dal tronco del tuo tempo.
Incoronaci con acqua,
con gelsomini aperti,
con tutti gli aromi spiegati,
sì, benché tu sia solo un giorno,
un povero giorno umano,
la tua aureola palpita
su tanti cuori stanchi
e tu sei, oh giorno nuovo,
oh nuvola in arrivo,
pane mai visto,
torre permanente!
Ode al primo giorno dell'anno
La terra non lo sa: accoglierà questo giorno
dorato, grigio, celeste, lo dispiegherà in colline
lo bagnerà con frecce di trasparente pioggia
e poi lo avvolgerà nell’ombra.
Eppure, piccola porta della speranza,
nuovo giorno dell’anno,
sebbene tu sia uguale agli altri
come i pani a ogni altro pane,
ci prepariamo a viverti in altro modo,
ci prepariamo a mangiare, a fiorire, a sperare.
Ti metteremo come una torta
nella nostra vita,
ti accenderemo come un candelabro,
ti berremo come un topazio.
Giorno dell'anno nuovo,
giorno elettrico, fresco,
tutte le foglie escono verdi
dal tronco del tuo tempo.
Incoronaci con acqua,
con gelsomini aperti,
con tutti gli aromi spiegati,
sì, benché tu sia solo un giorno,
un povero giorno umano,
la tua aureola palpita
su tanti cuori stanchi
e tu sei, oh giorno nuovo,
oh nuvola in arrivo,
pane mai visto,
torre permanente!
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